La compagnia del Divino Amore viveva il primato del rapporto personale con il Signore Gesù e dell’amicizia spirituale tra i membri sotto la guida di S. Caterina. Da questo primato è nata per loro l’esigenza insopprimibile di fare del bene, del bene concreto al prossimo e alla propria città, attraverso la cura sia dei bisogni corporali che spirituali del prossimo.
Il filo d’oro che ci lega al Divino Amore, che ci lega cioè alla loro esperienza di vita cristiana, vita di comunità fatta di incontri, di direzione spirituale, di dialoghi di approfondimento teologico, spirituale, sociale, si rivela in due aspetti:
Sapendo di operare così per il vero bene della società, oltre che dei singoli. S. Caterina e la sua compagnia di amici e figli spirituali avevano chiaro che non era il male, neppure il più terribile, a definire un uomo. Per noi questo significa che quando riceviamo a scuola un bambino, e riceviamo la sua famiglia, nel riceverli desideriamo prenderci cura della dignità di quelle persone, e quindi di fronte al bambino o al giovane non accontentarci di un trasmissione tecnica di conoscenze e di competenze, ma desideriamo prenderci cura del loro cuore, della loro ragionevolezza, della loro libertà.
Come? Insegnando a stare di fronte alla realtà, a ciò che la vita ti presenta ogni giorno ed interrogare con sincerità il proprio cuore, la propria coscienza, la propria libertà. Di fronte a questa situazione che ti trovi ad affrontare: la fatica e la gioia di imparare, la fatica e la gioia di stare con i compagni; cosa il tuo cuore desidera? cosa la tua coscienza e la tua ragionevolezza ti richiede? cosa la tua libertà vuole salvare di sé?
Quando questo cuore, questa coscienza e questa libertà sono stati così esercitati, allora poi conduci il giovane a metterli a confronto con la proposta cristiana, per verificare quanto la proposta cristiana coincida con le esigenze vere del cuore, della coscienza e della libertà.
In questo cammino di educazione cristiana, poi si insegna, facendolo sperimentare, che aprire la propria intelligenza e il proprio cuore al Mistero di Dio, al dialogo con Lui, alla vita intima con Lui, è tutt’altro che limitante per la ragionevolezza e per l’autentica realizzazione del bene dei singoli e della società.