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La contemplazione caritativa.
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La nostra Regola di stile monastico, pur essendo noi Suore con un’intensa vita di apostolato, trova le sue radici nel pensiero benedettino che concepisce la vita consacrata come una traduzione pratica del Vangelo: un seguire in tutto Gesù Cristo, senza mai nulla anteporre a Lui.

Possiamo forse trovare riassunto il senso della nostra Regola in una lettera di S. Girolamo: “Non sei abbandonata al tuo capriccio, ma vivi nel monastero sotto la disciplina di un’unica Madre e in compagnia di molte, cosicché dall’una impari l’umiltà, dall’altra la pazienza; questa ti insegna il silenzio e quella la mansuetudine. Non fai ciò che vuoi, mangi quello che hai ricevuto, adempi la misura stabilita del tuo lavoro, devi stare sempre soggetta, vai stanca a letto e ti levi quando non hai ancora finito di dormire. Intoni il salmo quando giunge il tuo turno, ricercando non la melodia della voce, ma il sentimento del cuore. Servi le sorelle, ricevi gli ospiti, accetti in silenzio le correzioni, temi il capo del monastero come una superiora e la ami come una Madre. Credi fermamente che tutti i suoi comandi tornano a tuo bene e non ti permetti mai un giudizio su di essi, possedendo tu il bene dell’obbedienza”.

Ciò che è importante comprendere è che per noi la Regola non ha la funzione di un regolamento senz’anima, ma è lo strumento che realizza in noi la preghiera con cui Gesù supplicò il Padre: “Come Tu, Padre, sei in me e io in Te, così anch’essi siano una cosa sola in noi”.  Questo è il più autentico desiderio della nostra vita.

ORA

La Lode Divina e l’orazione monastica

et LABORA

L’apostolato